3 Ottobre 2011
Le coccole delle doule passano anche per la gola...sono semplici  attenzioni, da usare in gravidanza o in puerperio, che aiutano ad  esplorare il mondo interno della donna che assisti e ad approfondire la  relazione, solleticare e compiacere la nostra parte più bambina, che ha  voglia di essere accudita, rassicurata, confortata. Ho notato spesso che  la madre della madre, (in questo caso letteralmente la nonna), in  puerperio prepara alla figlia i cibi da lei più graditi fin  dall'infanzia. In mancanza di un accudimento di questo tipo, e prendendo  spunto da questo comportamento, come doula ho cominciato ad indagare  sulle "ricette preferite" , sul "cibo di conforto", o sul cibo che  avesse un significato speciale per le donne che seguivo.
Così, ad esempio ad una donna che ho accompagnato in un corso di  preparazione al parto, che mi ha raccontato una difficile storia di  concepimento, risolta da una ginecologa omeopata che le aveva proposto  una dieta disintossicante e sfiammante a base di farro, ho offerto ad  ogni appuntamento un pasticcino o una torta (di farina di farro),  prendendo spunto dal libro "Pasticceria naturale" di Pasquale  Boscarello.
Le torte venivano buonissime, usavo il cremor tartaro, e venivano morbidissime !
Con  un'altra donna, di origini siciliane, che veniva da me per la  preparazione al parto di coppia, mi sono inventata una merenda a base di  brioscine ripiene di gelato...nella migliore tradizione pasticciera  siciliana ! 
Il cibo delle "origini" è qualcosa a cui fare attenzione, si ha spesso  in gravidanza una nostalgia fortissima del cibo del luogo da cui si  proviene. Ricordo una Svizzera ad un mio corso che aveva una voglia  matta di cioccolato !
Le donne hanno sempre apprezzato moltissimo queste piccole attenzioni,  direi che è proprio una parte importante del mio fare la doula !
La torta
Ingredienti:
200 gr di farina di farro
100 gr di farina di riso
un tuorlo sbattuto
latte di riso (giusto per ammorbidire un pochino l'impasto)
olio di girasole (mezzo bicchiere, ma anche meno)
malto di riso (due cucchiaiate)
uvetta lasciata a mollo nell'acqua (una manciata)
mandorle tagliuzzate (una manciata)
una bustina di cremor tartaro
marmellata  biologica con fruttosio (io ho usato una marmellata di prugne,  scambiata ad una festa del baratto con un chilo di fagiolini del mio  orto)
Si lavorano le farine, il cremor tartaro, con il tuorlo e l'olio,  come per una pasta frolla, poi se è troppo secco si aggiunge un pò di  latte di riso, dopo si aggiunge il resto, il malto di riso, l'uvetta e  le mandorle. Ho scelto una tortiera piccola, sui 20 cm, così l'impasto è  venuto steso bello spesso. Si fa la forma come per una crostata, L'ho  messo con le mani senza stenderlo con il mattarello. Ho conservato un pò  di pasta, per fare le strisce sopra. Ho steso la marmellata e poi sopra  ho messo le strisce.
Cotta circa 50 mn in forno già caldo a 190. Non mi aspettavo  assolutamente il risultato, è venuta tutta gonfia, con la marmellata  colata dentro, e le strisce erano talmente gonfie che sembrava una torta  tutta screziata di marmellata ! Una delizia !
Con lo stesso impasto si possono fare anche i muffins, magari mescolando insieme la marmellata. 
Emanuela
